Ucraina: libertà di movimento a chi è in attesa di emersione. 

Lavoratrici ucraine bloccate in Italia non possono andare a riprendere i propri figli

La campagna Ero straniero ha inviato oggi una lettera alla ministra dell’interno Luciana Lamorgese per chiedere che venga data la possibilità alle persone attualmente in attesa di essere regolarizzate di poter lasciare l’Italia e farvi ritorno senza perdere la possibilità di ottenere il permesso di soggiorno, come invece prevede ora la normativa. La richiesta arriva dopo aver ricevuto numerose segnalazioni da parte di collaboratrici domestiche ucraine impiegate presso famiglie italiane, che hanno fatto domanda di emersione e sono ancora in attesa di avere notizie dalle prefetture. Con circa 20.000 domande, quella ucraina è la prima nazionalità tra quanti hanno aderito alla sanatoria nel settore domestico del 2020.

In queste ore drammatiche, molte lavoratrici in attesa di permesso di soggiorno hanno necessità di recarsi velocemente nei paesi confinanti l’Ucraina per recuperare i loro familiari in fuga, in particolare i figli minorenni, spesso accompagnati fino al confine dai padri a cui la legge marziale impedisce di uscire dal paese. La consapevolezza di perdere il permesso così lungamente atteso sta trattenendo queste donne dal mettersi in viaggio, mettendole in una condizione di grande angoscia ed esponendo i loro familiari a un rischio molto alto. Il grave ritardo da parte della pubblica amministrazione non può essere pagato da lavoratrici e lavoratori in emersione (e dai loro datori di lavoro), meno che mai in questo momento drammatico.

Abbiamo quindi chiesto alla ministra Lamorgese di intervenire quanto prima affinché le persone in attesa di ottenere il permesso di soggiorno possano liberamente uscire dal territorio italiano e rientrarvi, senza che questo abbia alcun impatto sulla loro procedura di emersione.

Abbiamo inoltre ribadito la necessità di superare il grave ritardo in cui versano le moltissime pratiche ancora in attesa e porre fine all’incertezza di decine di migliaia di donne e uomini. Per fare ciò, è indispensabile che vengano prorogati  i contratti in scadenza di lavoratrici e lavoratori interinali che stanno operando presso Questure e Prefetture: in un momento così delicato in cui il carico di lavoro su tali uffici andrà inevitabilmente aumentando, è necessario che si trovi una strada per garantire la continuazione del lavoro di tali figure e il pieno funzionamento di tali uffici.

Nota del 4 marzo 2022

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